La pasta è uno dei simboli che più rappresenta l’identità culinaria italiana, l’ingrediente principale onnipresente sulle tavole Italiane e non solo, infatti il prodotto viene ampiamente apprezzato anche a livello internazionale!

Anche il design Made in italy è un settore particolarmente amato e richiesto dagli stranieri. Hai già visto Loona, la nuova collezione di piatti, personalizzabile con il marchio aziendale e realizzata con il designer Cristina Zanni? Guarda un esempio ora!

Una ricerca dell’agenzia Mintel ha evidenziato come nel periodo tra il 2011 ed il 2015 il settore della “pasta tradizionale” in Italia abbia registrato una spiacevole riduzione dei consumi: dai 17 ai 15,2 kg pro capite annui. Discorso inverso per il consumo di pasta biologica, che ha invece riscosso un notevole successo: dall’11% nel 2012 ha raggiunto un 18% nel 2016.

Perché gli italiani (e non solo) scelgono la pasta biologica?

Cresce il numero di persone che preferisce consumare cibo biologico: i prodotti garantiti e certificati vengono sempre più richiesti dal consumatore finale che ne attribuisce, anno dopo anno, maggior valore. Una vitalità di un settore del genere, che coinvolge sempre più imprese ad operare nel food BIO, salutista e funzionale. Non dimentichiamoci infatti di quanto il concetto di “curarsi col cibo” si stia espandendo a macchia d’olio per un’alimentazione più healthy e sostenibile.

La richiesta del biologico non si arresta ai soli confini nazionali, infatti arriva anche dall’estero la volontà di introdurre nell’alimentazione prodotti sani e genuini: solo nel 2016 sono stati esportati complessivamente 4,4 miliardi di chili tra frutta e verdura fresca con un aumento pari al 6% rispetto all’anno precedente.

Considerando i dati, possiamo tranquillamente affermare che oggi stiamo assistendo ad un cambiamento degli stili di vita delle persone, estremamente orientate a mangiare cibi sicuri, provenienti esclusivamente da agricoltura biologica e non più da quella convenzionale.

Parlando di pasta biologica non potevamo non intervistare Giovanni Battista Girolomoni, presidente dell’omonima azienda, eccellenza del biologico Made in Italy.

Scopriamo grazie all’intervista di Tommaso Cattivelli, co-founder di CRU Agency (Italian Food Marketing), la storia di questa importante realtà che ha fatto dell’amore per la terra e per la natura il suo punto forza.

Ciao Giovanni, ti va di raccontare ai nostri lettori da dove nasce la storia della vostra azienda?

La nostra cooperativa nasce in risposta all’esodo dalle campagne, il biologico come punto di partenza per ricostruire il mondo rurale.

Quali sono i principali aspetti dell’azienda su cui puntate?

Non abbiamo degli aspetti principali su cui puntare, ma un insieme di valori che vanno oltre al biologico, come ad esempio la coerenza rispetto alla nostra filosofia, riconosciuta dal consumatore finale.

Esiste un prodotto che esprime perfettamente la vostra identità più di altri?

Siamo gli specialisti della pasta bio, siamo stati i primi e vogliamo diventare i primi nel gestire
tutta la filiera produttiva: dal primo seme all’ultima confezione di pasta bio.

Quanto è importante per voi il legame tra il prodotto ed il territorio? C’è correlazione con la qualità dei vostri prodotti?

La maggior parte dei pastai dice a gran voce che non è l’origine a fare la qualità. Ma di che qualità stiamo parlando? Qualità è solo quella tecnologica legata alle proteine? Noi crediamo che il chi, il dove e il come un prodotto agricolo viene realizzato sono parti integranti e inscindibili del concetto di qualità.

Avete ricevuto dei riconoscimenti?

Si, l’ultimo è stato il premio “100% Italiano” riconosciuto dalla cooperativa CLAI nel 2017.

In che modo valorizzate e promuovete i vostri prodotti?

I nostri prodotti vengono promossi tramite pagine pubblicitarie su riviste di settore, social network, web, iniziative con i distrubutori, attività culturali (convegni, workshop, riviste organizzate dalla Fondazione Girolomoni).

Quanto è importante il modo in cui viene presentato il prodotto? Potete motivare la risposta?

Il modo in cui viene presentato il prodotto per noi è molto importante, ad esempio poniamo estrema cura alla grafica.

Quali materiali per apparecchiare la tavola si adattano meglio al vostro prodotto?

Tutto ciò che non è sintetico!

In un settore come il vostro, come riuscite a differenziarvi dalla concorrenza?

Riusciamo a differenziarci grazie alla nostra Storia, la nostra affidabilità ed il servizio che offriamo.

Quali sono le sfide per il futuro?

Continuare ad essere un faro, in una fase in cui il biologico sta uscendo, da nicchia a mainstream.

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Cosa accomuna Infinito design e Girolomoni? Il rispetto per la natura!

Infinito pone estrema attenzione ai materiali con i quali realizza i suoi piatti di design. Infatti l’azienda di design sceglie unicamente materiali eco-friendly come il Krion K- LIFE ed il legno.

Il Krion, materiale di ultima generazione usato anche per l’ultima collezione di piatti tondi Loona, si presenta caldo al tatto e molto simile alla pietra naturale. Un elemento innovativo come il Krion permette la massima libertà di espressione nel food design e rispetta appieno le normative ambientali perché può essere riciclato al 100%, riprocessato e riutilizzato.

Il legno è uno dei materiali più riconosciuti a livello mondiale in fatto di rispetto ambientale. Le produzioni in legno massello avvengono nel pieno rispetto della natura: il legno utilizzato da Infinito è munito di certificazione FSC, rispetta dunque le piantagioni forestali nello standard ambientale, sociale ed economico. Infinito, grazie a questo prezioso materiale, ha creato due linee di taglieri: Legno 37 e Legno small.

Oltre al rispetto per la natura, tematica cardine per entrambe le aziende, sia Girolomoni sia Infinito design sono due realtà Marchigiane, regione italiana in cui l’amore per il “saper fare” è riconosciuto in tutto il mondo.