ll comfort food è una tendenza sempre più diffusa nella ristorazione. Scopri cos’è e come presentare al meglio i piatti della tradizione italiana.

Che il cibo rappresenti ben oltre una forma di appagamento del palato è cosa nota.

Il cibo è, infatti, capace di nutrire l’anima oltre che il corpo. Del resto, a chi non è capitato di cercare conforto e consolazione in un determinato alimento o piatto?

Il comfort food rappresenta proprio l’evoluzione di questo concetto e riassume il connubio tra cibo ed emozioni. In particolare, il potere rievocativo dei piatti della tradizione.

In questo contesto, il comfort food non può prescindere dal food design (la progettazione dei piatti dal punto di vista estetico).

L’impiattamento gourmet è il completamento di un’esperienza che diventa multisensoriale. I piatti su cui presentare le ricette della cucina italiana sono la cornice perfetta di questa “foto-ricordo” gastronomica.

In questo articolo esploreremo questo mondo e scopriremo come presentare i piatti della nostra tradizione, per condurre i clienti in un viaggio fatto di dolci ricordi.

In particolare vedremo:

 

 

Cosa si intende per comfort food?

Il termine “comfort food” fu utilizzato, per la prima volta nel 1966 su un articolo del Palm Beach Post. Si trattava di un riferimento alla tendenza, degli individui emotivamente stressati, di ricorrere al cibo per risollevarsi il morale.

Tuttavia, il primo a fare riferimento a questo potere catartico del cibo, fu Marcel Proust, uno dei maggiori autori della letteratura mondiale.

Nel suo “Alla ricerca del tempo perduto”, Proust scrisse «Sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto di madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii. Un delizioso piacere m’aveva invaso e subito m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita… non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale

Dalle parole dell’autore emerge tutto il potere liberatorio del cibo e la sua capacità di toccare lo spirito oltre che il palato.

Oggi il termine è sempre più diffuso anche in Italia, in particolare nell’accezione della capacità di alcuni piatti di rievocare ricordi lontani. Legati all’infanzia, a persone e momenti felici.

Chi non ha una torta o le tagliatelle della nonna da ricordare? Tutto può potenzialmente essere comfort food e ogni individuo ha il suo.

La cucina italiana, tra tradizione e innovazione, ha un’infinita varietà di ricette che si prestano a soddisfare le peculiarità del food comfort. Sfruttarle nel proprio ristorante significa essere in grado di offrire ai propri clienti un’esperienza unica e memorabile.

Nell’ambito della ristorazione, il comfort food prende vita:

 

 

Come fare un buon impiattamento per i piatti della tradizione?

Un’attenta progettazione dell’impiattamento e la scelta dei piatti, sono elementi fondamentali per: 

  • Soddisfare i bisogni emotivi dei propri clienti;
  • Generare la sensazione di benessere tipica del comfort food.

Un ricordo, infatti, riaffiora alla mente tramite una pluralità di stimoli: un sapore, un profumo, un colore, un tocco. Ecco allora che presentare un piatto a regola d’arte significa coinvolgere l’ospite in un’esperienza che coinvolge e appaga tutti i sensi.

Vediamo dunque come fare un buon impiattamento:

1. Sviluppare il concept del piatto, ossia definire la tipologia di portata (antipasto, primo, secondo, dessert), gli ingredienti per realizzarla e la temperatura ottimale a cui servirla;

2. Definire gli elementi del piatto, tenendo conto che il protagonista deve essere l’ingrediente principale. Per quanto riguarda il numero di elementi da inserire nel piatto, i maestri dell’impiattamento gourmet suggeriscono di scegliere un numero dispari (perché visivamente più gradevole all’occhio);

3. Abbinare texture differenti, ossia consistenze diverse quali, ad esempio, morbidezza e croccantezza. Questo genere di contrasti renderà il piatto più interessante sia al gusto che alla vista;

4. Prediligere la semplicità. La vera eleganza nell’impiattamento è minimal, specialmente se pensiamo ai piatti della tradizione italiana;

5. Individuare il giusto accostamento di colori, che faccia emergere la freschezza e la qualità degli ingredienti. In questo senso, un piatto bianco è la tela perfetta su cui dipingere le migliori opere d’arte culinarie;

6. Considerare linee, archi e cerchi che costituiscono il layout del piatto per creare uno schema di impiattamento;

7. Riempire di cibo solo due terzi circa del piatto in modo che ciascun elemento che lo compone abbia il giusto risalto. Questi elementi dovrebbero essere per metà vegetali, un quarto proteine e un quarto da carboidrati.

Infine, come dicevamo, un ottimo impiattamento passa per la scelta del giusto piatto di design su cui presentare le portate.

Il piatto perfetto è quello capace di mettere in risalto le pietanze con eleganza e discrezione, proprio come le collezioni Infinito Design.

 

 

Perché i piatti Infinito Design sono perfetti per il comfort food?

La cucina italiana è molto attenta alla tradizione, ma allo stesso tempo è in continua evoluzione.

I nostri chef sono noti per la loro capacità di combinare gli alimenti della tradizione della cucina italiana con tecniche innovative, per creare piatti unici e sorprendenti.

Ecco allora che il comfort food, che per sua natura rimanda ad antichi sapori, acquista di volta in volta un volto nuovo e si eleva ad alta cucina.

Allo stesso modo, i piatti Infinito Design raccontano l’artigianalità di un prodotto fatto di tradizioni del proprio territorio in chiave moderna e originale.

A partire dalla scelta dei materiali utilizzati per le nostre collezioni di piatti di lusso, connubio perfetto tra il classico e il moderno.

Il classico del legno massello che si sposa e si completa con l’estrema innovazione del Krion K-Life (una resina composita in grado di garantire altissime prestazioni sia estetiche che funzionali).

Ad esempio, il Krion consente di mantenere costante la temperatura del piatto per dieci minuti. Questo significa che il cibo servito, sia nel caso di preparazioni calde che fredde, arriverà in tavola alla temperatura desiderata dallo chef.

Le linee pulite e minimali e il bianco ottico irreplicabile da qualunque altro materiale, fanno dei piatti Infinito Design la risposta giusta per chi vuole emozionare con la propria cucina.

 

 

Comfort food: elevare la cucina italiana con tradizione e innovazione

Come abbiamo visto, il comfort food è, per sua natura, un tipo di cucina che ci fa sentire a casa, che ci coccola e ci fa sentire bene.

Si tratta di piatti che hanno una storia, che ci ricordano la nostra infanzia, la nonna che ci preparava il suo piatto preferito.

Le ricette italiane hanno una lunga storia, tramandata di generazione in generazione. Si tratta di piatti semplici che attraverso il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione possono diventare, oltre che deliziosi e familiari, anche sorprendenti e innovativi.

Grazie alla maestria degli chef che possono aggiungere un tocco inedito e creativo a un piatto tradizionale senza, tuttavia, intaccarne l’essenza.

Grazie a un impiattamento gourmet, dove ogni ingrediente trova il suo spazio e diventa protagonista.

E grazie a un servizio di piatti eleganti, in cui la semplicità delle forme incontra l’innovazione dei materiali.

Come i piatti in Krion Infinito Design, la scelta di chi fa della cucina un’arte.

“Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii. Un delizioso piacere m’aveva invaso e subito m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…” (Marcel Proust).